giovedì 30 dicembre 2010

Delusioni e ciofeche 2010

Legion
Questa ignominia apocalittica con dialoghi da soap opera tenta inutilmente di tener sveglio lo spettatore con una colonna sonora sconquassatimpani. Fallisce miseramente nell’intento e miseramente Legion torna nel dimenticatoio in attesa di venir riesumato per le immancabili classifiche negative di fine anno. L’accoppiata Scott Steward/Paul Bettany sarà nuovamente presente nei cinema la prossima estate con Priest. Uomo avvisato…
QUI la recensione completa



Scontro tra Titani 3D
Quando Hollywood incontra la mitologia greca i risultati imbarazzanti sono sempre dietro l’angolo. Non fa eccezione questo remake del classico di Desmond Davis, concepito come film 2D tradizionale e convertito in 3D in fase di post-produzione per spillare qualche soldo in più agli spettatori. 3D peraltro limitatissimo, una vera truffa, sicuramente il peggiore visto finora. Chi ha scritto i dialoghi del film sembra nutrire un profondo odio verso gli attori e si sarà fatto le meglio risate sentendoli recitare. Dispiace solo per il bravo Mads Mikkelsen che l’unica cosa decente che gli hanno fatto fare fuori dall’Europa è Casino Royale. La natura di popcorn movie ed effetti speciali discreti non giustificano la visione di un film dalla trama così oscena.

Codice Genesi
Fantascienza post-apocalittica teocon? No, grazie.
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Jonah Hex
In ambito cinefumettoni riuscire a fare peggio di Ghost Rider era impresa ardua ma con grande dedizione Jimmy Hayward con la preziosissima collaborazione di Neveldine&Taylor alla sceneggiatura ha compiuto il miracolo. Affidiamoci alla parole dell’attore protagonista Josh Brolin: “No, non sono orgoglioso nè soddisfatto del film […] a un certo punto eravamo talmente fuori dai binari che il montaggio del materiale che eravamo in grado di utilizzare era così distante dall'idea originale da risultare totalmente sconclusionato.” E vorrei ben vedere, 75 minuti (no non è un errore) di avvenimenti assolutamente gratuiti senza un filo logico o spiegazioni di sorta. Stendiamo un velo pietoso su tutto il resto.

Skyline
La presunzione che gli effetti speciali possano sopperire al vuoto d’idee e ad una regia sciatta trova in Skyline un esempio concreto. QUI la recensione completa








The Experiment
Remake del tedesco Das Experiment ed ennesima opera di banalizzazione made in USA di un buon film europeo del quale la pellicola di Paul Scheuring rappresenta la sintesi facilona infarcita di personaggi caricaturali. Insostenibile il finale moraleggiante che insieme alla svolta spirituale di Adrien Brody in India con tanto di fanciulla hippie è il momento più basso di tutto il film. Fatevi un favore e recuperate il bel film originale.




Splice
Mai mi sarei immaginato che Vincenzo Natali sarebbe apparso in questa classifica ma stavolta ha davvero toppato. Scadendo spesso nella comicità involontaria, più che un film sulla genetica è un compendio di psicopatologie delle relazioni umane. Irritanti i protagonisti, lui un perenne cane bastonato, lei da internare subito, e inspiegabile la scelta degli attori chiamati a interpretarli. Nemmeno la sinuosa Dren riesce a tenere in piedi la baracca. QUI la recensione completa

domenica 26 dicembre 2010

Skyline - Recensione

Skyline
USA, 2010, colore, 94 min
Regia: Colin Strause, Greg Strause

Sceneggiatura: Joshua Cordes, Liam O'Donnell
Cast: Eric Balfour, Donald Faison, Scottie Thompson, Brittany Daniel, Crystal Reed, Neil Hopkins, David Zayas

Ringalluzziti da un curriculum impressionante come specialisti degli effetti visivi (2012, 300, Iron Man 2 solo per citarne alcuni), i fratelli Strause scoprono di avere pretese registiche. Il loro primo lungometraggio in veste di registi, l’infame Aliens vs Predator 2, è la prova lampante che se il buongiorno si vede dal mattino questi due avrebbero fatto meglio a dedicarsi esclusivamente a ciò che gli riesce meglio. Del film in questione rimane impresso soprattutto lo scontro finale tra il Predator e il Predalien nel quale il montatore, esasperato da un’ora e mezza di regia televisiva e provincialotti americani lobotomizzati, decide che è preferibile che lo spettatore non capisca assolutamente nulla di quello che stia succedendo e si lancia in un montaggio da crisi epilettica.
Sbeffeggiati da critica e pubblico in uno dei rari casi in cui fanno fronte comune, i due indomiti fratelli riescono a ottenere un budget di 10 milioni di dollari senza il supporto di nessuna major, con l’intento di sfornare l’ennesimo clone dell’unico sottogenere fantascientifico che fa ancora presa sul pubblico: l’invasione aliena. I clichè e una cattiva sceneggiatura non sono mica un problema, basta annegarli in un mare di CG. Sotto questo punto di vista la sufficienza è garantita. Nulla che faccia gridare al miracolo beninteso, i fratelli Strause sono sì dei professionisti ma un budget di questo tipo pone dei limiti non valicabili. A conti fatti Skyline non è altro che un film per la tv che dispone di qualche dollaro in più: vorrebbe essere un kolossal dei poveri ma non si discosta più di tanto dalla robaccia che trasmettono su Syfy Channel con l’aggravante che al contrario di quest’ultima si prende tremendamente sul serio. La vera minaccia non è l’invasione aliena bensì che il finale, un copia e incolla di quello de La guerra dei mondi, rimanga aperto e l’intenzione sia quella di dar vita a un sequel. Da dove derivasse l’ottimismo per una risposta positiva del pubblico a questo surrogato di serie televisiva di quart’ordine non sono ancora riuscito a spiegarmelo.
Skyline è suddiviso in tre parti (invasione, resistenza e un finale a bordo dell’astronave che fa venir voglia di squarciarsi le vene coi denti) che si susseguono con vari livelli di vuoto creativo assecondato dalla vacuità di personaggi che vorremmo veder morti il prima possibile. Per intenderci una manica di fighetti che ha nella piscina è il suo habitat naturale e nei cocktail con l’ombrellino la sua linfa vitale. Si intravede almeno una certa coerenza nella scelta degli attori: televisivi come tutto il resto, salvo gli effetti speciali. La comparsa delle enormi astronavi biomeccaniche che risucchiano la popolazione desta un minimo di curiosità che ci mette ben poco a dissiparsi completamente lasciando il passo alla noia di vedere gente che non fa altro che andare sul tetto e ridiscendere a oltranza. Tanto gli alieni non muoiono mai e, senza voler spoilerare sulle modalità, per avere la meglio ci si affida in zona Cesarini al trionfo dell’illogico. Nemmeno Independence Day si era spinto a tanto.

venerdì 19 novembre 2010

RoboCop - Recensione

RoboCop
USA, 1987, colore, 102 min

Regia: Paul Verhoeven

Sceneggiatura: Edward Neumeier, Michael Miner

Cast: Peter Weller, Nancy Allen, Dan O'Herlihy, Ronny Cox, Kurtwood Smith, Miguel Ferrer, Ray Wise, Robert DoQui


Uno scenario cyberpunk in versione ridotta. Non siamo ai livelli delle zaibatsu di gibsoniana memoria che si sostituiscono agli stati nazionali ma la multinazionale, in questo caso la OCP, si è già sostituita all’amministrazione pubblica. La città di Detroit, dominata dall’arroganza del potere economico e dalla violenza delle organizzazioni criminali, è sul punto di essere demolita e rimpiazzata dalla tecnologica Delta City. Prima di procedere alla sua realizzazione, la OCP, che ha già privatizzato la polizia, deve prima sradicare, almeno in apparenza, la criminalità dilagante. A tal proposito, due progetti futuristici, che garantiranno alla OCP un appalto multimilionario con il dipartimento della difesa, si contendono l’approvazione del grande capo (Dan O'Herlihy): il robot corazzato ED 209 del perfido vice presidente Dick Jones (Ronny Cox) e un modello di cyborg su base organica proposto dall’arrivista Bob Morton (Miguel Ferrer). Durante una dimostrazione, ED 209 si dimostra palesemente difettoso (ne sa qualcosa il povero Kinney) e Morton ottiene il via libera. Serve solo un volontario.
Il poliziotto Alex Murphy (Peter Weller) è una persona fortunata: il primo giorno di servizio nel suo nuovo distretto viene massacrato a colpi di fucile a pompa dalla banda più pericolosa della città capeggiata da Clarence Boddicker (Kurtwood Smith) in una delle scene di “morte” più crudeli e sanguinose che si ricordino. Verhoeven non si smentisce mai, la violenza disturbante e sopra le righe è da sempre uno dei marchi di fabbrica del regista di Amsterdam.
Murphy viene dichiarato morto, il suo cervello viene impiantato in un corpo meccanico e affiancato da un sistema informatico. È nato RoboCop, la versione tecnologica del giustiziere implacabile. Di umano conserva solo il volto, quasi completamente celato da un casco con visore ad esprimere quella dialettica tra tecnologia ed esistenza da sempre uno dei tratti principali del genere fantascientifico. Peter Weller si dimostra attore perfetto per la parte grazie alla fisionomia del suo volto che anticipa il carattere della mutazione: il volto spigoloso e levigato, i grandi occhi infossati, le sopracciglia rade, le labbra dal disegno regolare presentano tratti macchinici che la trasformazione in RoboCop non fa che accentuare.
Lentamente in RoboCop cominciano ad affiorare i ricordi della sua vita precedente: il nome Alex Murphy riacquista significato, viene investito dai flashback della sua vita familiare ed i volti ghignanti dei suoi assassini lo tormentano. E in questa coscienza infelice tormentata dalla persistenza della memoria affiorano anche i sentimenti, primo tra tutti quello della vendetta. Una metempsicosi nell’era dell’informatica.

Ottimo esordio americano dell’olandese Paul Verhoeven per un film di fantascienza urbana venato di cyberpunk e sostenuto da una sceneggiatura pregna di ironia sarcastica e crudo cinismo. La propensione all’eccesso di Verhoeven (sfido a non ricordarsi le geniali quanto splatter scene di morte presenti in RoboCop dopo appena una visione) si alterna ad un uso insistito di inserti televisivi in funzione di contrappunto ironico che diverranno ricorrenti nei film di fantascienza del regista (Starship Troopers su tutti). Da sottolineate la convincente perfomance irrigidita con sprazzi di umanità residuale di Peter Weller, attore troppo spesso relegato in territorio b-movie ma capace di dar vita a grandi interpretazioni come nel caso de Il pasto nudo, e la presenza di due villain d’annata, lo spietato Dick Jones dall’indimenticabile sorrisetto beffardo e il sadico Clarence. In parti secondarie troviamo due attori che i fan di Twin Peaks non tarderanno a riconoscere: Miguel Ferrer che diventerà l’agente FBI Albert Rosenfield e soprattutto Ray Wise, il mitico Leland Palmer. Il film non è invecchiato male in quanto gli effetti speciali non sono invasivi e si limitano ad un paio di scene. Certo è che vedere il rozzo ED 209 animato in stop motion (con la supervisione di Phil Tippett) oggi fa quasi tenerezza. Ok, togliamo pure il quasi.
Vennero realizzati due sequel, il secondo dei quali senza Peter Weller, che difettano di umorismo e pongono l’accento su una violenza spesso gratuita. RoboCop fu il titolo inaugurale del Dolby Stereo SR.

giovedì 18 novembre 2010

Teaser per BlinkyTM di Ruairi Robinson

Disponibile il teaser trailer per BlinkyTM, ex Bad Robot, primo lungometraggio del quasi regista di Akira e Voltron (entrambi, per fortuna, dispersi nel limbo), Ruairi Robinson.
Sempre più inquietante quel sorrisetto malefico...








Zon 261: gli zombie invadono la Svezia

2013, una nave carica di infetti si schianta sulla banchina del porto della città di Landskrona in in Svezia. L'infezione si diffonde a macchia d'olio, la città viene messa in quarantena e un muro di contenimento viene innalzato intorno alla città. Mentre zombie assetati di sangue invadono le strade, la tensione razziale tra svedesi e immigrati è sul punto di esplodere.

Difficile contare sul fattore originalità in un film sugli zombie e Zon 261, diretto da Fredrik Hiller, sembra seguire la strada de La terra dei morti viventi di Romero, con i suoi zombie dotati di una basilare scala gerarchica e della capacità di impugnare armi.
Uscita prevista in Svezia: 2012

mercoledì 17 novembre 2010

Fantascienza d'animazione: Parte 1

BATTLE ANGEL ALITA

Gunnm
Giappone, 1993, 54 min

Regia: Hiroshi Fukutomi


Tratto dal manga di Yukito Kishiro, Battle Angel Alita o Gunnm che dir si voglia è un OAV datato 1993 realizzato dalla storico studio d’animazione Madhouse. Stranamente non riuscì ad ottenere il successo sperato venendo soppresso dopo appena due puntate. Forse è proprio nella sua natura di opera incompiuta, nei molti punti i interrogativi irrisolti sulla provenienza e il passato della cyborg Alita e nello spazio lasciato all’immaginazione che risiede la maggior parte del fascino di questi anime.

Battle Angel Alita è ambientato nella “città discarica”, caotica e decadente città dalle immancabili influenze etniche sovrastata dal sogno irraggiungibile rappresentato dalla fluttuante città di Salem. Città discarica sopravvive grazie agli scarti di quest’ultima e sua volta le fornisce materie prime tramite una serie di enormi tubi di metallo. La tecnologia cyborg è entrata a far parte della vita di tutti i giorni tanto che a molti “umani” di umano è rimasto solo il cervello. In questo contesto si muovono cacciatori di taglie, ladri di parti del corpo meccaniche, derelitti di varia natura e la cyborg protagonista che non ricorda nulla del suo passato ma a poco alla volta scopre di possedere abilità straordinarie.

Non avendo mai letto nemmeno un volumetto, del discorso fedeltà al manga mi importa ben poco. Considerato come prodotto a se stante ci troviamo di fronte ad uno spaccato cyberpunk cinico e violento sostenuto da animazioni, per l’epoca, di buon livello e dialoghi ispirati. Doppiaggio italiano monocorde.

Esplicitamente omaggiato da James Cameron nella serie televisiva Dark Angel, è il chiodo fisso del regista di Avatar da almeno dieci anni. La tecnologia adesso è dalla sua parte e il tanto agognato live-action potrebbe finalmente vedere la luce. Ne sapremo di più una volta conclusa la trilogia dei puffovatussi.


PARASITE DOLLS

Parasaito Dôruzu
Giappone, 2002, 85 min

Regia: Kazuto Nakazawa, Naoyuki Yoshinaga


Ennesimo anime cyberpunk scritto dal più prolifico sceneggiatore di anime cyberpunk, ovvero quel Chiaki Koala a cui si devono Serial Experiment Lain, Texhnolyze, Armitage III e Bubblegum Crisis che ha in comune con Parasite Dolls il medesimo universo. Per le edizioni italiana e americana, i tre distinti OAV originali, tre episodi slegati tra loro e ambientati a diversi anni di distanza l’uno dall’altro, sono stati fusi insieme a formare un lungometraggio. Unico filo conduttore è rappresentato dalle problematiche, non certo originali per un anime cyberpunk, legate alla difficile convivenza tra umani e androidi sempre più evoluti.

Anno 2034. Gli androidi, meglio noti come Boomer, sono stati creati dalla Genom Cooperation per servire la razza umana in tutti gli aspetti, dal supporto alla polizia alle bambole sessuali. In un clima di convivenza non sempre pacifico, la polizia ha creato una divisione segreta chiamata Branch incaricata di indagare sui crimini correlati ai Boomer. Tra i membri del gruppo spiccano il poliziotto dal passato travagliato Buzz Nikvest, un androide stile Big Jim chiamato Kimball e la sanguigna recluta Reiko Michaelson.
Il primo episodio si divide tra Boomer impazziti, un bizzarro stalking e ricchi figli di papà in cerca di emozioni forti.
Il secondo episodio che si svolge ad un anno di distanza dal precedente cerca di indagare la capacità di provare sentimenti e persino di sognare dei Boomer e vede la presenza di un cyborg serial killer.
Intervallo temporale di cinque anni e via con l’episodio conclusivo. Takahashi il capoccia della Branch scompare nel nulla. Durante la ricerca, Buzz e soci trovano una connessione tra la scomparsa di Takahashi e l’escalation di violenza nei confronti dei Boomer che ha caratterizzato gli ultimi anni.

A dispetto dell’anno di produzione, Parasite Dolls dal punto di vista visivo sembra un anime cyberpunk proveniente direttamente dagli anni 90, stesse animazioni stessi colori tenui. Il problema è la troppa carne al fuoco e il troppo poco tempo a disposizione per sviluppare spunti di riflessione in maniera approfondita. Le molte sottotrame toccano solo incidentalmente quella che dovrebbe essere la tematica centrale ovvero le problematiche di un’integrazione umani-androidi e inoltre lasciano poco spazio alla caratterizzazione dei personaggi principali.
Pur presentando dei buoni spunti, Parasite Dolls fallisce nel costruire uno spaccato sociale qui sviluppato con troppa superficialità.


APPLESEED EX MACHINA

Ekusu makina
Giappone, 2007, 103 min

Regia: Shinji Aramaki


Terzo lungometraggio d’animazione (del 1988 e del 2004 i precedenti) tratto dal manga cyberpunk di Masamune Shirow, Appleseed Ex Machina annovera in veste di produttore il regista John Woo.
In seguito alla guerra mondiale che ha decimato la popolazione, la città stato di Olympus si erge come ultimo baluardo di speranza in un mondo dilaniato dal caos e dai conflitti. Questa utopica megalopoli è governata da Gaia, un’enorme intelligenza artificiale, e amministrata dai biodroidi, umanoidi ottenuti con la manipolazione genetica. Ma sotto la facciata peace&love di Olympus si cela il suo lato oscuro fatto di trame e complotti politici e di mai sopiti conflitti razziali tra umani, biodroidi e cyborg. A mantenere la pace anche mediante l’uso della forza ci pensa la E-SWAT, la squadra speciale della polizia di Olympus, che vede come membri di spicco Deunan e Briareos, compagni sul lavoro e nella vita (con tutte le complicazioni del caso visto che lui è diventato un cyborg).

Sin dai titoli di testa la torreggiante scritta “Prodotto da John Woo” promette vibranti scene d’azione e lo zampino del regista cinese si avverte sin dalle prime battute con la rocambolesca irruzione dei protagonisti in una cattedrale. Grande inventiva nei combattimenti, ralenti mai invadenti o fastidiosi e, naturalmente, la colomba bianca svolazzante. Poi pur mantenendo un alto tasso spettacolare entrano in gioco i mecha ed è la solita solfa. Tutto si può dire di Appleseed ma dark non lo è mai stato e anche qui ci si muove in un contesto diurno molto luminoso.
Appleseed Ex Machina è realizzato come un mix tra grafica 3D tradizionale e cel shading con tutte le limitazioni tecniche del periodo, dalle animazioni legnose specie quando non si combatte alla scarsa espressività dei volti. Nonostante tutto siamo anni luce avanti a quell’obbrobrio di Vexille. Peccato per l’impalpabile trama da film d’azione ma almeno Briareos e soci sono più espressivi di Stallone e soci, il che è tutto dire…

Dopo il fallimento del progetto televisivo Appleseed Genesis, è in corso un nuovo tentativo di portare sugli schermi il manga di Masamune Shirow. Appleseed XIII dovrebbe essere composto da 13 episodi da 22 minuti ciascuno e due film complementari. Production I.G e Jinni’s Animation Studios si occuperanno della produzione di questo progetto previsto per la primavera del 2011.

lunedì 8 novembre 2010

Gemini Rue

Gemini Rue, precedentemente conosciuto col suggestivo quanto impronunciabile titolo di Boryokudan Rue, si è fatto positivamente notare all’ultimo Independent Games Festival e un appassionato di avventure grafiche anni 90 come il sottoscritto è stato immediatamente riscaldato da un alone nostalgico.
Nel gioco scritto e programmato da Joshua Nuernberger, due storie parallele si intrecciano nel sistema di Gemini: prenderemo alternativamente il controllo del paziente affetto da amnesia Delta-Six e del ricercato Azriel, cercando di trovare un modo per sfuggire al controllo oppressivo della corporazione Boryokudan. Gemini Rue utilizza una tradizionale interfaccia punta e clicca con l’aggiunta del verbo “calciare” e la possibilità di usare un’arma da fuoco. Vedremo come verrà implementata quest’ultima opzione. Questo thriller neo-noir fantascientifico (può bastare così) si è già assicurato un distributore e l’appuntamento con il digital delivery è fissato per i primi mesi dell’anno prossimo. La colonna sonora d’atmosfera di Nathan Allen Pinard grida Vangelis al mondo.

giovedì 4 novembre 2010

Snowblind disponibile gratis

Qualche mese fa parlai di Snowblind, autofinanziato crauti-western diretto da Killian Manning con cameo di Wim Wenders. Questo bizzarro film post-apocalittico innevato, supportato dalla community wreckamovie, è ora disponibile online in HQ su Youtube e WasabiTV.com.au.
Una versione in 3D sarà disponibile a pagamento entro la fine dell'anno mentre sul sito ufficiale è già possibile acquistare la versione in HD e quella per cellulari. Buona visione.

Ritorno a Silent Hill

Interessante notizia dall'American Film Market: uffciale il sequel di Silent Hill, il cui titolo provvisorio è Silent Hill: Revelation 3D. A dirigere e sceneggiare la pellicola, che verrà realizzata in 3D nativo, sarà Michael J. Bassett, regista di Wilderness e Solomon Kane.


È bene ricordare che Christophe Gans col primo Silent Hill datato 2006 diede vita alla migliore trasposizione da videogame, cogliendo in pieno l'atmosfera da brivido del survival horror targato Konami.
Dal canto suo Michael J. Bassett nel sopracitato Solomon Kane, a dispetto di un budget tutt'altro che esorbitante, è riuscito a rendere giustizia al cinico personaggio creato dallo scrittore Robert Elvin Howard (il papà di Conan il barbaro) con un fantasy cupo e violento.

La trama di Resident Evil: Revelation ricalca quella del terzo capitolo della saga videoludica: Heather Mason è costantemente in fuga insieme a suo padre, sempre un passo avanti alle pericolose forze che la inseguono e che non riesce a comprendere appieno. Alla vigilia del suo diciottesimo compleanno, tormentata da terribili incubi e dalla scomparsa del padre, Heather scopre di non essere quella che credeva. La rivelazione la scaraventerà in un mondo demoniaco col rischio di rimanere intrappolata a Silent Hill per sempre.

Ancora nessuna notizia sul cast. A presto per maggiori aggiornamenti.

Spettacolare full trailer di Sucker Punch

La Warner Bros. ha diffuso il nuovo trailer ufficiale di Sucker Punch, il nuovo film diretto da Zack Snyder, regista di 300 e Watchmen.

Sucker Punch, che vede Snyder anche in veste di sceneggiatore, è ambientato nel 1950 e racconta le vicende di Baby Doll (Emily Browning), una ragazza che viene mandata in un ospedale psichiatrico dal suo patrigno. Entro cinque giorni verrà lobotomizzata e per sfuggire al dolore e al terrore comincia ad immaginare una realtà alternativa. Per riuscire a fuggire da questo mondo immaginario dovrà rubare cinque oggetti prima che un crudele uomo riesca a prenderla.

Sucker Punch uscirà negli Stati Uniti il 25 marzo 2011 e nel cast troviamo oltre a Emily Browning anche Jamie Chung, Vanessa Hudgens, Jena Malone, Abbie Cornish e il bravissimo Jon Hamm della serie televisiva Mad Men.

mercoledì 3 novembre 2010

Teaser trailer e poster per il thriller post-apocalittico The Divide

Precedentemente conosciuto col titolo di The Fallout, The Divide segna il ritorno alla regia di Xavier Gens a quattro anni di distanza dall'ottimo horror francese Frontier(s) e dall'insulso adattamento del videogame Hitman.
Ambientato in una New York appena colpita da una gigantesca e misteriosa esplosione, The Divide si concentra sulla lotta per la sopravvivenza di otto estranei che trovano rifugio in un bunker antiatomico. Mentre misteriosi uomini in tuta HAZMAT cercano di entrare, all'interno la situazione precipita e prevale la legge del più forte.

Il cast comprende Michael Biehn (l'ex attore feticcio di James Cameron da Terminator a The Abyss), Rosanna Arquette (Crash), Courtney B. Vance (Law and Order: Criminal Intent) e Lauren German (Hostel 2, Happy Town).
Uscita prevista: 2011


Eleven: dura la vita per gli space marine

Dopo qualche settimana di assenza, eccoci tonare con un corto leggero leggero in CG. Prodotto da Anzovin Studio, Eleven sottopone un povero space marine agli incovenienti legati ai diabolici distributori automatici di chiamata. Brutta storia quando si tratta di una chiamata d'emergenza e ci si trova su un pianeta popolato da robot killer...



martedì 12 ottobre 2010

Interceptor - Il guerriero della strada

Mad Max 2/The Road Warrior
Australia, 1981, colore, 95 min

Regia: George Miller

Sceneggiatura: Geroge Miller, Terry Hayes, Brian Hannant

Cast: Mel Gibson, Bruce Spence, Michael Preston, Max Phipps, Vernon Wells, Kjell Nilsson, Emil Minty, Virginia Hey, Arkie Whiteley


Il grande quanto inaspettato successo di Interceptor/Mad Max (1979) spinse il regista George Miller a realizzarne un sequel che raggiunse una notorietà di gran lunga superiore a quella del predecessore. Il cinema di fantascienza aveva già trattato in passato scenari post-apocalittici ma nessun film seppe entrare così prepotentemente nell’immaginario collettivo come Interceptor - Il guerriero della strada. Le potenzialità apocalittiche dell’outback australiano, il talento visivo e il senso del ritmo di Miller nelle sequenze automobilistiche, i costumi che potevano essere concepiti solo negli anni 80, hanno reso il film un modello di riferimento per un numero consistente di epigoni in ambito cinematografico nonché fonte d’ispirazione per altre forme espressive come il fumetto (Ken il guerriero) e i videogiochi (la serie di Fallout su tutti).

Al termine del primo film il poliziotto Max Rockatansky (Mel Gibson) era riuscito ad ottenere la sua vendetta a spese dello spietato gruppo di motociclisti colpevoli di avergli massacrato la famiglia. Dal trattamento riservato all’ultimo teppista possiamo constatare che la paura di Max si è infine concretizzata, è diventato uno psicopatico. Mad Max a tutti gli effetti. Lo avevamo lasciato così, un uomo svuotato di qualsiasi sentimento umano che a bordo della mitica V8 Interceptor sfreccia per autostrade deserte.

Interceptor - Il guerriero della strada si apre sulla voce fuori campo di un narratore che descrive brevemente la guerra e gli avvenimenti successivi che sono sfociati nel ritorno al medioevo barbarico. Come ogni storia post-apocalittica, il film ci presenta un mondo a soqquadro, un avvertimento riguardo a ciò che temiamo essere capaci di fare al mondo attuale. Avvisaglie di regressione sociale erano già presenti nel primo Mad Max ed ora si può dire che il percorso è arrivato a compimento. Da segnalare che non vi è nessuna menzione negativa della tecnologia e che, anzi, la sua quasi totale perdita viene nominata in tono nostalgico dal narratore. Soltanto nel terzo episodio Mad Max - Oltre la sfera del tuono verrà fatto riferimento ad un olocausto nucleare ma anche in questo caso la critica sarà rivolta alla natura dell‘essere umano.

Max continua la sua esistenza senza una meta, vagando a bordo della sua fida macchina per le “Terre Perdute” alla costante ricerca di benzina, divenuta l’unico oggetto di valore. Le sue azioni non sono più guidate dall’odio e dalla vendetta. Prevale in lui una totale indifferenza nei confronti di tutto ciò che lo circonda a meno che non possa recargli vantaggio. Compagno d’avventure nel suo vagabondare è un cane chiamato semplicemente cane, a sottolineare i debiti del film nei confronti di A Boy and His Dog, uno dei primi esempi cinematografici di scenario desertico post-atomico. L’ex medico George Miller ripone la consueta attenzione ai dettagli: per tutto il film Max indossa un tutore per la gamba. D’altronde se ti polverizzano la rotula con un colpo di pistola di certo non vai in giro saltellando.

Le Terre Selvagge sono territorio di caccia di una banda di predoni, gli Humungus, che hanno preso d’assalto una raffineria attorno alla quale un gruppo di sopravvissuti ha costruito una comunità fortificata. Questa Grande Tribù del Nord (grande per gli standard post-apocalittici) vede in lui un salvatore ma Max accetterà il suo ruolo messianico solo quando non avrà più nulla da perdere.

Il sottogenere post-apocalittico da sempre si approssima al genere fondativo per eccellenza, il western. In questo caso in luogo dove potere beneficiare di una seconda possibilità e procedere alla rifondazione è rappresentato dalle zone costiere. Sarà proprio Max a fungere da diversivo, guidando la motrice di un camion cisterna corazzato, permettendo alla comunità di darsi alla fuga e dando vita ad una delle spettacolari sequenze d’inseguimento che hanno reso famosa la trilogia. Dei tre film è quello che propone il tasso di violenza più elevato: alla doppietta a canne mozze di Max è concessa un po’ d’azione ma occhio a non sottovalutare i boomerang. Meno “grezzo” del primo ma forse ancora più cupo (aspetto che si perderà nel terzo ammorbidito episodio che risente del contesto produttivo hollywoodiano) resta un film imprescindibili per qualsiasi appassionato di fantascienza post-apocalittica che si rispetti.


PERSONAGGI


V8 Interceptor

Menzione d’onore per l’ultimo degli intercettori V8, la mitica automobile di Max. Viene assemblata nel primo episodio, un giocattolone fatto a misura di Max per invogliarlo a non lasciare la polizia. In Mad Max 2 il suo ruolo non è determinante come nel primo film (dove riesce a lasciare il segno comparendo per appena 15 minuti), infatti rimane inattiva per la maggior parte del tempo e giunge ad una triste fine che non sono mai riuscito a mandare giù. Per adattarsi alle esigenze post-apocalittiche, in questa versione viene equipaggiata con due grossi serbatoi di benzina e una carica esplosiva per ogni evenienza.

Cane

Fedele compagno di Max ed unico essere per cui provi empatia al punto da proteggerlo con il proprio corpo dalla folla inferocita quando la Grande Tribù del Nord ancora non si fida di lui. Si sacrifica per salvare il padrone.

The Gyro Captain

Un vagabondo esattamente come Max. Manco a dirlo, domina i cielo a bordo del suo girocottero. Sopperisce alle carenze fisiche con una certa dose d’ingegno preparando imboscate e addomesticando serpenti velenosi. Salva Max dalla morte dopo che l’arroganza di quest’ultimo ha ridotto la V8 ad ammasso fiammeggiante, rivelandosi più coraggioso di quanto non dia a vedere. Si lega sentimentalmente alla biondina senza nome e quando il Capitano Valiant passa finalmente a miglior vita lo sostituisce come capo della comunità. Una curiosità: Bruce Spence, l’attore che presta il volto al personaggio, interpreterà un ruolo analogo in Mad Max 3 pilotando stavolta un aereo agricolo.

Feral Kid

Un bambino selvaggio che vive nelle vicinanze della raffineria. Incapace di parlare una lingua strutturata si esprime grugnendo e ringhiando. Trova in Max un surrogato di figura paterna ma quello non ne vuole sapere. Ciononostante lo aiuta in diverse occasioni e apre in due la testa del cantante dei cugini di campagna con un colpo di boomerang.


La Grande Tribù del Nord

Pappagallo/Capitano Valiant

Come dall’originale nome di Pappagallo si sia giunti al Capitano Valiant della versione italiana è uno dei grandi misteri del doppiaggio.Viso da pugile e zazzera bionda, non si sa per quali meriti è il leader riconosciuto della comunità. Le sue doti di stratega rasentano l’imbarazzante: tutti quelli che prendono parte alle sue straordinarie pensate diversive crepano in maniera orribile. Idealista di quelli irritanti, riesce a farsi ferire al primo assalto Humungus e a farsi prendere a pugni da Max dopo un pistolotto insopportabile. Nell’inseguimento finale, cerca di alleggerire la pressione al camion facendosi inseguire da un paio di vetture Humungus. In pratica scompare dalla scena. Quando riappare, crepa.

Warrior Woman

Inizialmente non si fida di Max (fatto comprensibile) ma finirà per ricredersi e ammettere il suo errore. Fiera combattente e altruista, sembra uscita da He-Man e i dominatori dell’universo. È l’unica sulla cui morte la regia indugia tristemente.

The Captain’s Girl

Quando scoppiò la guerra stava seguendo le lezioni di aerobica di Cindy Crawford e il suo abbigliamento sta lì a confermarlo. Nonostante non si sia più cambiata da allora, sembra relativamente pulita e il pilota di girocottero perde la testa per lei. Hanno la possibilità di volare via insieme ma decide di non abbandonare i compagni.

Uomo col turbante

Va in giro vestito come un beduino ed è fondamentalmente una carogna. Invece di servirsi di Max per recuperare la motrice del camion propone semplicemente di eliminarlo e tenersi la V8. Questo suo chiodo fisso permane anche quando Max onora l’accordo e decide di lasciare la comunità. Se Pappagallo ha un unico pregio è quello di avere uno spiccato senso dell’onore e lo ignora. Muore nel peggiore dei modi nella parte finale con sommo gaudio dello spettatore.


Humungus

Lord Humungus

Carisma allo stato puro. È eccezionale vedere questo blocco di granito ambulante vestito come He-Man, con una maschera da hockey a coprire il volto sfigurato, che parla forbito. Al contrario della sua controparte Pappagallo, dimostra di avere le idee chiare e un’ottima conoscenza della strategia del terrore. Quando è “altamente contrariato” usa un revolver con mirino telescopico o estrae da non si sa dove un arpione e lo pianta nella schiena di Pappagallo. Unico punto debole: il protossido di azoto.

Wez

Una bestia scatenata, un Gattuso post-apocalittico con la cresta mohawk. L’unico che riesce ad entrare nella raffineria fortificata ed uscirne illeso dopo aver combinato sfaceli. Possiede doti acrobatiche non indifferenti come dimostrano i suoi salti mortali con avvitamento e quando gli uccidono il concubino impazzisce ancora di più tanto che Lord Humungus deve letteralmente tenerlo a guinzaglio.

Golden Youth

Altri non è che il cantante dei cugini di campagna smarritosi nell’outback. La sua esistenza non sembra cambiata più di tanto, ha solo cambiato padrone. Adesso è la concubina di Wez.

The Toadie

“Greetings from The Humungus! The Lord Humungus! The Warrior of the Wasteland! The Ayatollah of Rock and Rolla!”

sabato 9 ottobre 2010

2022: i sopravvissuti

Soylent Green
USA, 1973, colore, 97 min

Regia: Richard Fleischer

Sceneggiatura: Stanley R. Greenberg

Cast: Charlton Heston, Edward G. Robinson, Leigh Taylor-Young, Joseph Cotten, Chuck Connors, Brock Peters




Tratto liberamente dal romanzo “Largo! Largo!” di Harry Harrison, 2022: i sopravvissuti è un classico esempio di quella fantascienza settantiana che fa della mutazione sociale la sua figura sovrana estremizzando problematiche come la sovrappopolazione e l’esaurimento delle risorse.


Anno 2022. Stravolgimenti climatici hanno causato un vertiginoso aumento delle temperature e l’estinzione di buona parte delle specie animali e vegetali. Le poche fattorie rimaste, che nel film non si vedranno mai, sono sorvegliate e svolgono la loro funzione a beneficio esclusivo dei potenti. Unica forma di sostentamento per la popolazione povera e affamata è rappresentata dai prodotti a base di plancton della multinazionale Soylent. Nell’ambito dell’indagine sull’omicidio di un ex dirigente della multinazionale, il poliziotto Thorn (Charlton Heston) coadiuvato dall’amico Sol (Edward G. Robinson) scoprirà il funzionamento del sistema e la reale macabra origine degli alimenti della Soylent.

La vicenda si svolge in una New York sovrappopolata (si è raggiunta la cifra di 40 milioni di persone), caotica e decadente come una metropoli del terzo mondo. Ogni ambiente disegna efficacemente la classe sociale di riferimento. I ricchi vivono in spaziose abitazioni con prostitute incluse nella mobilia (vengono infatti definite “arredamento”) e possono godere dei sempre più rari cibi genuini. I poveri condividono ambienti sovraffollati, che si tratti di casermoni o di scalinate diroccate, e si sobbarcano attese interminabili per una razione di soylent verde. In questa società che non ha memoria di sé (ben pochi sanno leggere e i libri sono prerogativa degli anziani qui in versione custodi del passato) e vive in un presente fatto di privazione, l’eutanasia è incoraggiata. Essa si svolge come un rituale (non per nulla il luogo adibito alla dolce morte è chiamato il Tempio): le immagini di paesaggi naturali ormai perduti con sottofondo di musica classica mostrano al cittadino il mondo com’era. Da questo punto di vista 2022: i sopravvissuti si pone in netto contrasto con la ferma presa di posizione contro l’eutanasia di Rollerball di Norman Jewison, dove l’idolo delle folle interpretato da James Caan si rifiuta di autorizzare quella dell’amico e compagno di squadra ormai ridotto allo stato vegetativo.

La fotografia del veterano Richard H. Kline svolge efficacemente il compito di accentuare la desolazione degli spazi, bloccando le immagini di New York sulle tonalità più spente del marrone, del grigio e del verde. Solo alla comparsa dei titoli di coda ha luogo una vera e propria esplosione cromatica con le immagini di paesaggi naturali idilliaci. Proprio i titoli di coda sono basati su di un montaggio di immagini e musiche analogo a quello del rituale dell’eutanasia dando vita all’operazione retorica di paragonare lo spettatore all’umanità moribonda di un mondo imbarbarito descritta nel film.

giovedì 30 settembre 2010

Spettacolare trailer per Skyline

Spettacolare, non ci sono dubbi. D'altronde il curriculum dei fratelli Strause come artisti degli effetti speciali è impressionante. Impressionante anche la bruttezza della loro prima prova registica, quell'Aliens vs Predator 2 in grado di far tremare al solo pensiero i fan delle rispettive creature.
Skyline racconta le vicende di due coppie che scelgono il momento sbagliato per una vacanza a Los Angeles. Enormi astronavi aliene di natura organica discendono dal cielo e il rapimento di massa della popolazione ha inizio.

Spegnete per un attimo il cervello, cercate di non far caso ai dialoghi e alla paresi facciale di Eric Balfour e godetevi il trailer.
Skyline uscirà negli USA il 12 novembre distribuito dalla Universal Pictures mentre in Italia verrà distribuito dalla Eagle Pictures.



mercoledì 29 settembre 2010

In Norvegia si apre la caccia al troll: full trailer per Trollhunter

















Dopo i vampiri belgi, le infezioni demoniache spagnole e le immancabili derive apocalittiche statunitensi, anche la Norvegia intreprende la strada del mockumentary per un film di genere. Lo fa attingendo dalla propria mitologia con l'imminente Trolljegeren (il cacciatore di troll) di Andre Ovredal, previsto per fine di ottobre. Il trailer è attualmente disponibile solo in norvegese, fatto che preclude la comprensione di qualsiasi dialogo ma fornisce l'opportunità di farsi un'idea della vasta gamma di troll che saranno presenti nella pellicola. Nell'attesa di una versione sottotitolata in inglese, il trailer può essere visionato qui.

Grazie a Twitch ecco il trailer sottotitolato in inglese

mercoledì 22 settembre 2010

Slovenian Girl - Sottotitoli

Slovenka
Slovenia/Germania, 2009, colore, 90 min

Regia: Damjan Kozole
Sceneggiatura: Damjan Kozole, Matevz Luzar, Ognjen Svilicic

Cast: Nina Ivanisin, Peter Musevski, Primoz Pirnat, Marusa Kink, Uros Furst


Nel 2008 la presidenza di turno dell'Unione Europea è esercitata dalla Slovenia. Alexandra (Nina Ivanisin) è una ragazza di 23 anni proveniente dal paesino di Krsko che si è trasferita per gli studi nella capitale Lubiana. Compra un appartamento in centro che è al di sopra delle sue possibilità economiche e per pagare il mutuo vende se stessa come ragazza squillo part time identificandosi con lo pseudonimo di Slovenka (ragazza slovena). Quando un cliente, che si scoprirà essere un membro del Parlamento Europeo, muore d'infarto in sua presenza, i problemi per Alexandra non tarderanno ad arrivare.

SOTTOTITOLI SLOVENKA

lunedì 20 settembre 2010

Concept art per il thriller fantascientifico Scar 23

Nel 2099 solo poche città sono sopravvissute a un devastante olocausto nucleare. Adesso, una brillante giovane scienziata di nome Scarlet deve viaggiare indietro nel tempo per fermare l'olocausto e la morte del padre. Ad ogni viaggio nel tempo, Scarlet apre inconsapevolmente la porta verso un universo alternativo e verso una nuova versione di se stessa, fino a quando non incontra Scar 23. Aiutandosi a vicenda, navigano attraverso il tempo per sconfiggere l'uomo che le ha assassinato il padre e fatto esplodere le bombe mentre tentano di modificare il corso della storia.

Budget ridimensionato dai 15 milioni di dollari di partenza ai 12 attuali per il nuovo film di Philippe Martinez (The Steam Experiment), le cui riprese avranno inizio nel novembre di quest'anno.









domenica 19 settembre 2010

Online la prima parte del webcomic di Left 4 Dead

Il disegnatore Michael Avon Oeming (Powers, Bulletproof Monk) ha illustrato le 160 pagine del webcomic The Sacrifice basato sullo sparatutto in prima persona Left 4 Dead. Le prime 42 pagine sono disponibili qui. The Sacrifice è sceneggiato dagli stessi game designer della Valve e la seconda parte delle gesta di Francis, Louis, Zoey e Bill sarà disponibile il 21 settembre.
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