giovedì 30 dicembre 2010

Delusioni e ciofeche 2010

Legion
Questa ignominia apocalittica con dialoghi da soap opera tenta inutilmente di tener sveglio lo spettatore con una colonna sonora sconquassatimpani. Fallisce miseramente nell’intento e miseramente Legion torna nel dimenticatoio in attesa di venir riesumato per le immancabili classifiche negative di fine anno. L’accoppiata Scott Steward/Paul Bettany sarà nuovamente presente nei cinema la prossima estate con Priest. Uomo avvisato…
QUI la recensione completa



Scontro tra Titani 3D
Quando Hollywood incontra la mitologia greca i risultati imbarazzanti sono sempre dietro l’angolo. Non fa eccezione questo remake del classico di Desmond Davis, concepito come film 2D tradizionale e convertito in 3D in fase di post-produzione per spillare qualche soldo in più agli spettatori. 3D peraltro limitatissimo, una vera truffa, sicuramente il peggiore visto finora. Chi ha scritto i dialoghi del film sembra nutrire un profondo odio verso gli attori e si sarà fatto le meglio risate sentendoli recitare. Dispiace solo per il bravo Mads Mikkelsen che l’unica cosa decente che gli hanno fatto fare fuori dall’Europa è Casino Royale. La natura di popcorn movie ed effetti speciali discreti non giustificano la visione di un film dalla trama così oscena.

Codice Genesi
Fantascienza post-apocalittica teocon? No, grazie.
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Jonah Hex
In ambito cinefumettoni riuscire a fare peggio di Ghost Rider era impresa ardua ma con grande dedizione Jimmy Hayward con la preziosissima collaborazione di Neveldine&Taylor alla sceneggiatura ha compiuto il miracolo. Affidiamoci alla parole dell’attore protagonista Josh Brolin: “No, non sono orgoglioso nè soddisfatto del film […] a un certo punto eravamo talmente fuori dai binari che il montaggio del materiale che eravamo in grado di utilizzare era così distante dall'idea originale da risultare totalmente sconclusionato.” E vorrei ben vedere, 75 minuti (no non è un errore) di avvenimenti assolutamente gratuiti senza un filo logico o spiegazioni di sorta. Stendiamo un velo pietoso su tutto il resto.

Skyline
La presunzione che gli effetti speciali possano sopperire al vuoto d’idee e ad una regia sciatta trova in Skyline un esempio concreto. QUI la recensione completa








The Experiment
Remake del tedesco Das Experiment ed ennesima opera di banalizzazione made in USA di un buon film europeo del quale la pellicola di Paul Scheuring rappresenta la sintesi facilona infarcita di personaggi caricaturali. Insostenibile il finale moraleggiante che insieme alla svolta spirituale di Adrien Brody in India con tanto di fanciulla hippie è il momento più basso di tutto il film. Fatevi un favore e recuperate il bel film originale.




Splice
Mai mi sarei immaginato che Vincenzo Natali sarebbe apparso in questa classifica ma stavolta ha davvero toppato. Scadendo spesso nella comicità involontaria, più che un film sulla genetica è un compendio di psicopatologie delle relazioni umane. Irritanti i protagonisti, lui un perenne cane bastonato, lei da internare subito, e inspiegabile la scelta degli attori chiamati a interpretarli. Nemmeno la sinuosa Dren riesce a tenere in piedi la baracca. QUI la recensione completa

domenica 26 dicembre 2010

Skyline - Recensione

Skyline
USA, 2010, colore, 94 min
Regia: Colin Strause, Greg Strause

Sceneggiatura: Joshua Cordes, Liam O'Donnell
Cast: Eric Balfour, Donald Faison, Scottie Thompson, Brittany Daniel, Crystal Reed, Neil Hopkins, David Zayas

Ringalluzziti da un curriculum impressionante come specialisti degli effetti visivi (2012, 300, Iron Man 2 solo per citarne alcuni), i fratelli Strause scoprono di avere pretese registiche. Il loro primo lungometraggio in veste di registi, l’infame Aliens vs Predator 2, è la prova lampante che se il buongiorno si vede dal mattino questi due avrebbero fatto meglio a dedicarsi esclusivamente a ciò che gli riesce meglio. Del film in questione rimane impresso soprattutto lo scontro finale tra il Predator e il Predalien nel quale il montatore, esasperato da un’ora e mezza di regia televisiva e provincialotti americani lobotomizzati, decide che è preferibile che lo spettatore non capisca assolutamente nulla di quello che stia succedendo e si lancia in un montaggio da crisi epilettica.
Sbeffeggiati da critica e pubblico in uno dei rari casi in cui fanno fronte comune, i due indomiti fratelli riescono a ottenere un budget di 10 milioni di dollari senza il supporto di nessuna major, con l’intento di sfornare l’ennesimo clone dell’unico sottogenere fantascientifico che fa ancora presa sul pubblico: l’invasione aliena. I clichè e una cattiva sceneggiatura non sono mica un problema, basta annegarli in un mare di CG. Sotto questo punto di vista la sufficienza è garantita. Nulla che faccia gridare al miracolo beninteso, i fratelli Strause sono sì dei professionisti ma un budget di questo tipo pone dei limiti non valicabili. A conti fatti Skyline non è altro che un film per la tv che dispone di qualche dollaro in più: vorrebbe essere un kolossal dei poveri ma non si discosta più di tanto dalla robaccia che trasmettono su Syfy Channel con l’aggravante che al contrario di quest’ultima si prende tremendamente sul serio. La vera minaccia non è l’invasione aliena bensì che il finale, un copia e incolla di quello de La guerra dei mondi, rimanga aperto e l’intenzione sia quella di dar vita a un sequel. Da dove derivasse l’ottimismo per una risposta positiva del pubblico a questo surrogato di serie televisiva di quart’ordine non sono ancora riuscito a spiegarmelo.
Skyline è suddiviso in tre parti (invasione, resistenza e un finale a bordo dell’astronave che fa venir voglia di squarciarsi le vene coi denti) che si susseguono con vari livelli di vuoto creativo assecondato dalla vacuità di personaggi che vorremmo veder morti il prima possibile. Per intenderci una manica di fighetti che ha nella piscina è il suo habitat naturale e nei cocktail con l’ombrellino la sua linfa vitale. Si intravede almeno una certa coerenza nella scelta degli attori: televisivi come tutto il resto, salvo gli effetti speciali. La comparsa delle enormi astronavi biomeccaniche che risucchiano la popolazione desta un minimo di curiosità che ci mette ben poco a dissiparsi completamente lasciando il passo alla noia di vedere gente che non fa altro che andare sul tetto e ridiscendere a oltranza. Tanto gli alieni non muoiono mai e, senza voler spoilerare sulle modalità, per avere la meglio ci si affida in zona Cesarini al trionfo dell’illogico. Nemmeno Independence Day si era spinto a tanto.
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