domenica 26 dicembre 2010

Skyline - Recensione

Skyline
USA, 2010, colore, 94 min
Regia: Colin Strause, Greg Strause

Sceneggiatura: Joshua Cordes, Liam O'Donnell
Cast: Eric Balfour, Donald Faison, Scottie Thompson, Brittany Daniel, Crystal Reed, Neil Hopkins, David Zayas

Ringalluzziti da un curriculum impressionante come specialisti degli effetti visivi (2012, 300, Iron Man 2 solo per citarne alcuni), i fratelli Strause scoprono di avere pretese registiche. Il loro primo lungometraggio in veste di registi, l’infame Aliens vs Predator 2, è la prova lampante che se il buongiorno si vede dal mattino questi due avrebbero fatto meglio a dedicarsi esclusivamente a ciò che gli riesce meglio. Del film in questione rimane impresso soprattutto lo scontro finale tra il Predator e il Predalien nel quale il montatore, esasperato da un’ora e mezza di regia televisiva e provincialotti americani lobotomizzati, decide che è preferibile che lo spettatore non capisca assolutamente nulla di quello che stia succedendo e si lancia in un montaggio da crisi epilettica.
Sbeffeggiati da critica e pubblico in uno dei rari casi in cui fanno fronte comune, i due indomiti fratelli riescono a ottenere un budget di 10 milioni di dollari senza il supporto di nessuna major, con l’intento di sfornare l’ennesimo clone dell’unico sottogenere fantascientifico che fa ancora presa sul pubblico: l’invasione aliena. I clichè e una cattiva sceneggiatura non sono mica un problema, basta annegarli in un mare di CG. Sotto questo punto di vista la sufficienza è garantita. Nulla che faccia gridare al miracolo beninteso, i fratelli Strause sono sì dei professionisti ma un budget di questo tipo pone dei limiti non valicabili. A conti fatti Skyline non è altro che un film per la tv che dispone di qualche dollaro in più: vorrebbe essere un kolossal dei poveri ma non si discosta più di tanto dalla robaccia che trasmettono su Syfy Channel con l’aggravante che al contrario di quest’ultima si prende tremendamente sul serio. La vera minaccia non è l’invasione aliena bensì che il finale, un copia e incolla di quello de La guerra dei mondi, rimanga aperto e l’intenzione sia quella di dar vita a un sequel. Da dove derivasse l’ottimismo per una risposta positiva del pubblico a questo surrogato di serie televisiva di quart’ordine non sono ancora riuscito a spiegarmelo.
Skyline è suddiviso in tre parti (invasione, resistenza e un finale a bordo dell’astronave che fa venir voglia di squarciarsi le vene coi denti) che si susseguono con vari livelli di vuoto creativo assecondato dalla vacuità di personaggi che vorremmo veder morti il prima possibile. Per intenderci una manica di fighetti che ha nella piscina è il suo habitat naturale e nei cocktail con l’ombrellino la sua linfa vitale. Si intravede almeno una certa coerenza nella scelta degli attori: televisivi come tutto il resto, salvo gli effetti speciali. La comparsa delle enormi astronavi biomeccaniche che risucchiano la popolazione desta un minimo di curiosità che ci mette ben poco a dissiparsi completamente lasciando il passo alla noia di vedere gente che non fa altro che andare sul tetto e ridiscendere a oltranza. Tanto gli alieni non muoiono mai e, senza voler spoilerare sulle modalità, per avere la meglio ci si affida in zona Cesarini al trionfo dell’illogico. Nemmeno Independence Day si era spinto a tanto.

4 commenti:

dandyzombie ha detto...

come ogni volta escono 2 film con lo stess otema ma realizzati in maniera differente: uno mainstream ed uno piu prefondo.
io ho fiducia in "Monsters"

Count Zero ha detto...

non posso dire che Monsters sia un film riuscito nonostante venga spesso osannato. Trovi la recensione su queste pagine. Saluti

Anonimo ha detto...

I film di quel caprone di zack snyder a confronto sono cibo per la mente!!

Anonimo ha detto...

obbiettivamente il film non è dei migliori, ma neanche da demonizzare come schifezza. L'inizio non ci sta.
Il finale forse, ma per dei ragazzini.
Il punto vero è un altro, e forse era quello che volevano comunicare e non ci sono lontanamente riusciti: la tematica del terrore.
Ora immaginate di trovarvi in una situazione alla Independence day ma nella realtà.
Tutte le nazioni del mondo che contrattaccano per salvare l'umanità e che vengono facilmente sconfitte da una tecnologia palesemente troppo avanzata. Ora immaginate di vivere questa faccenda non da punto di vista del presidente degli stati uniti o di un brillante scienziato, ma immaginate di viverla dal punto di vista del semplice cittadino, dell'uomo comune.
che per quanti piani faccia, nonostante cerchi di raggiungere il mare a pochi passi per portare a termine un improbabile piano, non riuscirà a lasciare nemmeno il palazzo. lentamente la morte si avvicina. Inesorabile.
E alla fine, dopo un po' di sentimenti, muore.

Se il film fosse finito li sarebbe stato molto meglio. Gli effetti speciali poi non servivano neanche. Basti pensare a film come "Sign" o "the happening".
Questo film lo metterei assieme a Cloverfield: Il puro terrore che "non si sa da dove viene, perchè e soprattutto chi o cosa è" è la tematica alla base di tutta la letteratura di Lovecraft. Un maestro che purtroppo è sempre snobbato dal cinema.

Il messaggio di base c'è. poi è il regista che lo deve trasmettere efficacemente.
Shyamalan è sicuramente più bravo.

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