venerdì 22 gennaio 2010

Letters from a Dead Man - Sottotitoli

Pisma myortvogo cheloveka
Unione Sovietica, 1986, bianco e nero/colore, 87 min
Regia: Konstantin Lopushansky
Sceneggiatura: Konstantin Lopushansky, Boris Strugatsky
Cast: Rolan Bykov, Viktor Mikhaylov, Iosif Ryklin

In un mondo devastato da un’apocalisse nucleare a causa di un errore del sistema di lancio computerizzato, un gruppo di sopravvissuti di cui non sapremo mai il nome medita sull’estinzione della propria specie. Dal rifugio sottostante il museo delle scienze di una città imprecisata, uno scienziato premio Nobel flagellato dal senso di colpa (Rolan Bykov) sopravvive grazie alla speranza che il figlio sia ancora vivo. Mentre quel che resta della popolazione si avvia ad abbandonare la superficie del pianeta per rinchiudersi in un bunker per un centinaio d’anni, lo scienziato è convinto che da qualche parte del globo la vita sia ancora possibile. Scrive giornalmente delle lettere al figlio che diventano un pretesto per lanciare uno sguardo sull’umanità che ha trovato nella scienza, trasformandola da portatrice di progresso a dispensatrice di morte, la materializzazione della propria indole autodistruttiva. L’ultima lettera del film non sarà opera dello scienziato ma sue saranno le ultime parole che caricano il finale di uno spiraglio di speranza. Parole che durante l’ultimo esodo verso il nulla continueranno a riecheggiare. “Perché fino a quando un uomo cammina, c’è ancora speranza per lui”.

Sottotitoli Letters from a Dead Man

9 commenti:

Woody ha detto...

Pareri di chi ha visto il film? Sono molto curioso...

Deckard ha detto...

Esteticamente questo è IL film post-apocalittico e aggiungi che a livello emotivo colpisce come un macigno. In una parola? Meraviglioso.

Woody ha detto...

Ho già capito allora che lo vedrò.. Ero dubbioso perché non conosco l'autore...

Count Zero ha detto...

Il regista è un discepolo di Tarkovsky. Pochi film sono riusciti a colpirmi contemporanemente a livello visivo, emotivo e mentale e Letters è uno di questi. A livello visivo la suggestione è assicurata dal fatto che il film è girato in seppia, che col post-apocalittico ci sta a pennello, a cui si alternano filtri color bronzo e scene in blu fluorescente. La scena dell'irrefrenabile risata disperata tra i due scienziati è uno momenti più belli che abbia visto ultimamante mentre l'incursione nel reparto dei bambini è al limite della tollerabilità emotiva. Grande film da vedere assolutamente

Lestat ha detto...

E poi dicono che the road è troppo triste... e se vedono questo??
Molto bello comunque
Lestat

Woody ha detto...

Ho capito' Count, lo vedrò sicuramente allora! Ma dove li trovi questi film io non lo so! ;) Tra l'altro la copertina mi ricorda molto i film che hai subbato di Szulkin! A porposito quando arriveranno i sub dei 2 che mancano? Li aspetto con ansia Count mi raccomando fammi/facci felici! ;)

Woody ha detto...

L'ho visto e devo dire che non mi ha deluso per niente! Molto belle le atmosfere, e concordo con Count quando dice che "La scena dell'irrefrenabile risata disperata tra i due scienziati è uno momenti più belli che abbia visto ultimamante", concordo, anche se a volte qualcosa di bello si vede...

Eraserhead ha detto...

Giusto per rimanere in tema: hai (/avete) mai visto Threads, un post-atomico dell'84? Tecnicamente è inferiore a questo, ma emotivamente è un cecchino, colpisce dritto al cuore. Secondo me una traduzione in italiano dei sottotitoli sarebbe cosa buona e giusta per l'umanità intera.

(chiedo venia se per caso lo aveste già fatto ma non ho utilizzato il "cerca)

Count Zero ha detto...

Threads è emotivamente lacerante e difficile da dimenticare. Ricordo che venne preso in considerazione insieme a Melevil ma nessuno ebbe il coraggio di cimentarsi nell'impresa.

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