venerdì 2 novembre 2012

Il canto di Paloma

La teta asustada
Spagna/Perù, 2009, colore, 94 min
Regia: Claudia Llosa
Sceneggiatura: Claudia Llosa
Cast:  Magaly Solier, Marino Ballón, Susi Sánchez, Efraín Solís, Bárbara Lazon, Karla Heredia, Antolín Prieto

Fausta (Magaly Solier), ventenne peruviana, è cresciuta sopraffatta dall'incubo di essere violentata come era accaduto alla madre incinta di lei negli anni '80, caratterizzati da violenza, stupri e terrorismo durante la guerra civile. Fausta vive in un ambiente chiuso, dominato da superstizioni tramandate e accettate come reali, che portano tutti gli abitanti di un quartiere povero di Lima a considerare inevitabile il comportamento della giovane. Proprio la madre morente le ricorda, con una cantilena straziante che ci può apparire come una sorta di testamento, di averle trasmesso questa “malattia”, avendola allattata con il latte del dolore. La violenza subita dalla madre si ripercuote sulla psiche della figlia, il suo ricorco (che Fausta sente sulla pelle perché l'ha vissuto quando era “dentro il suo ventre”) la tormenta, determinando un'incapacità di stabilire legami ed affetti che vadano oltre il ristretto ambiente familiare. Vive marginalmente i contatti, sfuggendo come è lecito aspettarsi sopratutto le figure maschili e assiste senza particolare coinvolgimento emotivo allo scorrere della propria vita. Già da anni, come modalità difensiva, ha introdotto un tubero in vagina (non viene lasciato spazio ad alcuna morbosità) con conseguenti infezioni e germogliamenti. Una svolta avverrà alla morte della madre. Spinta dal desiderio di riportarla nel suo paese natio e offrirle un degno funerale, si vedrà costretta, per trovare i soldi necessari, ad accettare lavoro come domestica nella villa di una pianista affermata ma dalla vena creativa un po' offuscata. Ma anche nel nuovo ambiente porta una maschera di dolore, è una sorta di automa. Si scioglie solo nel momento del canto: le cantilene inventate sul momento sono l'unico mezzo per essere trasportata fuori dai suoi momenti più dolorosi. Proprio una di queste cantilene verrà plagiata con enorme successo dalla concertista che, con violenza di classe schiacciante, non dimostrerà alcuna gratitudine nei confronti della creatrice. Considerata pericolosa, Fausta verrà licenziata e abbandonata per strada. Ma nonostante Il canto di Paloma sia tanto duro e spietato verso la sua protagonista, le cui tragedie sono le tragedie di un popolo, non chiude le porte a qualsiasi speranza. Trovare un posto dove abbandonare le proprie paure e aprirsi alla vita è possibile e Fausta incontrerà un uomo, un giardiniere, che riuscirà a farla “germogliare”. E il difficile cammino intrapreso nel tentativo di liberarsi dallo stato di morte interiore, tramandatole da una madre che aveva trasformato il suo vissuto nel presente della figlia, culminerà nella riconquista della vita.

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