giovedì 30 settembre 2010

Spettacolare trailer per Skyline

Spettacolare, non ci sono dubbi. D'altronde il curriculum dei fratelli Strause come artisti degli effetti speciali è impressionante. Impressionante anche la bruttezza della loro prima prova registica, quell'Aliens vs Predator 2 in grado di far tremare al solo pensiero i fan delle rispettive creature.
Skyline racconta le vicende di due coppie che scelgono il momento sbagliato per una vacanza a Los Angeles. Enormi astronavi aliene di natura organica discendono dal cielo e il rapimento di massa della popolazione ha inizio.

Spegnete per un attimo il cervello, cercate di non far caso ai dialoghi e alla paresi facciale di Eric Balfour e godetevi il trailer.
Skyline uscirà negli USA il 12 novembre distribuito dalla Universal Pictures mentre in Italia verrà distribuito dalla Eagle Pictures.



mercoledì 29 settembre 2010

In Norvegia si apre la caccia al troll: full trailer per Trollhunter

















Dopo i vampiri belgi, le infezioni demoniache spagnole e le immancabili derive apocalittiche statunitensi, anche la Norvegia intreprende la strada del mockumentary per un film di genere. Lo fa attingendo dalla propria mitologia con l'imminente Trolljegeren (il cacciatore di troll) di Andre Ovredal, previsto per fine di ottobre. Il trailer è attualmente disponibile solo in norvegese, fatto che preclude la comprensione di qualsiasi dialogo ma fornisce l'opportunità di farsi un'idea della vasta gamma di troll che saranno presenti nella pellicola. Nell'attesa di una versione sottotitolata in inglese, il trailer può essere visionato qui.

Grazie a Twitch ecco il trailer sottotitolato in inglese

mercoledì 22 settembre 2010

Slovenian Girl - Sottotitoli

Slovenka
Slovenia/Germania, 2009, colore, 90 min

Regia: Damjan Kozole
Sceneggiatura: Damjan Kozole, Matevz Luzar, Ognjen Svilicic

Cast: Nina Ivanisin, Peter Musevski, Primoz Pirnat, Marusa Kink, Uros Furst


Nel 2008 la presidenza di turno dell'Unione Europea è esercitata dalla Slovenia. Alexandra (Nina Ivanisin) è una ragazza di 23 anni proveniente dal paesino di Krsko che si è trasferita per gli studi nella capitale Lubiana. Compra un appartamento in centro che è al di sopra delle sue possibilità economiche e per pagare il mutuo vende se stessa come ragazza squillo part time identificandosi con lo pseudonimo di Slovenka (ragazza slovena). Quando un cliente, che si scoprirà essere un membro del Parlamento Europeo, muore d'infarto in sua presenza, i problemi per Alexandra non tarderanno ad arrivare.

SOTTOTITOLI SLOVENKA

lunedì 20 settembre 2010

Concept art per il thriller fantascientifico Scar 23

Nel 2099 solo poche città sono sopravvissute a un devastante olocausto nucleare. Adesso, una brillante giovane scienziata di nome Scarlet deve viaggiare indietro nel tempo per fermare l'olocausto e la morte del padre. Ad ogni viaggio nel tempo, Scarlet apre inconsapevolmente la porta verso un universo alternativo e verso una nuova versione di se stessa, fino a quando non incontra Scar 23. Aiutandosi a vicenda, navigano attraverso il tempo per sconfiggere l'uomo che le ha assassinato il padre e fatto esplodere le bombe mentre tentano di modificare il corso della storia.

Budget ridimensionato dai 15 milioni di dollari di partenza ai 12 attuali per il nuovo film di Philippe Martinez (The Steam Experiment), le cui riprese avranno inizio nel novembre di quest'anno.









domenica 19 settembre 2010

Online la prima parte del webcomic di Left 4 Dead

Il disegnatore Michael Avon Oeming (Powers, Bulletproof Monk) ha illustrato le 160 pagine del webcomic The Sacrifice basato sullo sparatutto in prima persona Left 4 Dead. Le prime 42 pagine sono disponibili qui. The Sacrifice è sceneggiato dagli stessi game designer della Valve e la seconda parte delle gesta di Francis, Louis, Zoey e Bill sarà disponibile il 21 settembre.

lunedì 13 settembre 2010

Resident Evil: Afterlife - Recensione

Resident Evil: Afterlife
UK, Germania, USA, 2010, colore, 97 min
Regia: Paul W.S. Anderson
Sceneggiatura: Paul W.S. Anderson
Cast: Milla Jovovich, Wentworth Miller, Ali Larter, Shawn Roberts, Kim Coates, Spencer Locke, Boris Kodjoe, Kacey Barnfield, Sienna Guillory

A chi può interessare un film come Resident Evil: Afterlife 3D?
a) Ad un pubblico consapevole che, generalmente in compagnia, decide di spegnere il cervello per un’ora e mezza e farsi quattro risate con un pop-corn movie qualsiasi. Che sia un buon film è irrilevante, anzi meglio che non lo sia.
b) Ai fan di Resident Evil animati da una curiosità masochistica per vedere come verrà stuprato questa volta una dei loro giochi preferiti.
c) Ai fan di Resident Evil allo stadio terminale a cui basta sentirne pronunciare il nome per avere un’erezione.
d) Ai ragazzini che possono trovare un valido sostituto alle attrazioni 3D dei parchi a tema.

Alice (Milla Jovovich), l’eroina dei film precedenti, assalta in cerca di vendetta il quartier generale sotterraneo della Umbrella Corporation in Giappone. Il virus T presente nel suo corpo le fornisce i superpoteri, si clona da sola come l’agente Smith di Matrix e rade tutto al suolo. Il cattivo di turno, il carismatico (mai quanto nel videogame) Albert Wesker (Shawn Roberts), riesce a fuggire e inocula ad Alice il vaccino per il virus. Tutta allegra e contenta per essere di nuovo umana, sebbene con un addestramento speciale, si mette alla ricerca dei suo amici recandosi in Alaska dove un misterioso messaggio radio promette un posto sicuro nella comunità di Arcadia. Trova solamente Claire Redfield affetta da amnesia che la attacca per via di un congegno per il controllo mentale impiantato nel petto. Rimosso il congegno, le due volano a Los Angeles dove, una volta atterrate sul tetto di un carcere circondato da un’orda di zombie, fanno conoscenza con altri sopravvissuti tra i quali Chris Redfield. Scoprono inoltre che Arcadia non è un luogo bensì una nave e cercano di raggiungerla.

Paul W.S. Anderson torna alla guida del franchise a otto anni di distanza dal capostipite da lui diretto, un discreto action movie a tinte horror. Stendiamo un velo pietoso sui film successivi, soprattutto sul terzo, indifendibile da qualsiasi angolazione lo si guardi.
Lasciando da parte il fatto che si tratta di media differenti, ormai parlare di trama da videogioco risulta fuori luogo vista l’attenzione sempre maggiore che l’industria videoludica ripone nello sviluppo degli intrecci che stanno diventando un requisito imprescindibile per ogni produzione che si rispetti. Per Resident Evil: Afterlife possiamo benissimo parlare di trama da videogioco nell‘accezione negativa di qualche anno fa. Anderson saccheggia a piene mani elementi e personaggi dalla serie (soprattutto da Resident Evil 5) gettandoli nello stesso calderone senza starci a pensare troppo e senza fornire spiegazioni di sorta. Non resta altro che seguire i personaggi mentre si confrontano con nemici sempre più ostici fino al boss finale. La sacra triade armi-tette-zombie in tutto il suo splendore. Banali e senza alcun mordente i dialoghi, fatto grave per un film del genere dove la gente si aspetta la battutaccia ad effetto sorridendo della sua stupidità. Unica nota positiva: non vi è traccia di insulsi risvolti sentimentali, sarebbe stato davvero troppo.
Milla Jovovich fa quello che le è chiesto di fare, dare bella mostra di sé e Wentworth Miller dimostra che la dieta ferrea ha dato i suoi frutti (chi si ricorda l’ultima stagione di Prison Break il cui il fretellino esile Wentworth Miller era diventato il doppio del fratello armadio Dominic Purcell?) ma il suo Chris Redfield è incolore. Degli altri personaggi è inutile ricordare anche solo il nome, tanto sono assolutamente insignificanti e crepano ancora prima che si riesca a memorizzarlo.
Ad un certo punto compare random, in maniera assolutamente insensata, un mostro armato di martellone/ascia. L’ipotesi più probabile è che abbia sbagliato set credendo di trovarsi su quello di Silent Hill. In quest’occasione Ali Larter/Claire Redfield, che abbandona il mutismo circa quattro volte in tutto il film e sempre con risposte monosillabiche, si sveglia dal torpore e inizia il combattimento. Tra pose plastiche, espressioni da calendario, vestiti aderenti e capelli bagnati che scendono sul viso, l’impressione è che da un momento all'altro l’inquadratura possa allargarsi e mostrare il backstage di un set fotografico.
Il 3D, la cui qualità è garantita dal Cameron/Pace Fusion System, è tutto un tripudio di proiettili e shuriken (sì, all’inizio c’è Milla in versione ninja) dritti in faccia allo spettatore. Peccato che alcune strutture sembrino dei modellini e a volte i personaggi risultino avulsi dallo sfondo come nelle vecchie avventure grafiche con attori digitalizzati dove i personaggi sembravano appiccicati al fondale. Dal canto suo Anderson pare sia stato colto da un raptus da ralenti, abusando soprattutto nella prima parte di bullet time e fermo immagine stile Matrix.
Per concludere, Afterlife è già proiettato verso il quinto episodio e nel caso voleste vedere Jill Valentine e la sua scollatura in 3D non scappate alla comparsa dei titoli di coda.

Monsters - Recensione

Monsters
UK, 2010, colore, 94 min
Regia: Gareth Edwards

Sceneggiatura: Gareth Edwards

Cast: Scoot McNairy, Whitney Able


Sei anni prima dell’inizio della vicenda, una vasta porzione del Messico al confine con gli Stati Uniti viene infettata da spore aliene dopo lo schianto di un satellite della NASA reduce dalla missione di provare l’esistenza di vita aliena nel sistema solare. Dopo che viene scoperta la presenza di enormi creature tentacolari, la zona viene messa in quarantena.
Il fotografo Andrew (Scoot McNairy) viene incaricato di scortare Samantha (Whitney Able), la figlia del suo datore di lavoro, fino al confine con gli Stati Uniti. Andrew riluttante accetta ma continua a nutrire la speranza di scattare una foto nitida delle creature aliene e intascare i 50000 dollari di compenso. La via sicura e legale per raggiungere gli USA prevede di circumnavigare la zona infetta, ma una volta giunti all’unico porto civile in funzione i due scopriranno che l’area di quarantena è stata estesa e la loro meta è raggiungibile solo tramite una via più dispendiosa (impossibile ambientare un film tra i messicani e non trovarne almeno uno che rispetti la nomea di gente avida e corrotta) e pericolosa: passandoci in mezzo. Naturalmente l’esperienza finirà con l’avvicinarli.

Gli alieni (a cui non viene dato altro nome se non “creature”), vuoi per motivi di budget vuoi per la strada intrapresa dal regista si mostrano raramente. Escludendo una confusa soggettiva militare utilizzando un visore notturno all’inizio del film, prima di poterli vedere nelle loro interezza bisognerà attendere la fine della pellicola. E il contesto in cui avverrà non è decisamente quello che ci si aspetta. Edwards sceglie quindi un approccio misurato nella rappresentazione delle creature, suggerendone costantemente la presenza intorno ai protagonisti ma senza mostrali in modo chiaro per la maggior parte del film. Coloro che si aspettano un costante tasso di tensione pronto a esplodere in apparizioni aliene nelle giungla tropicale rimarranno immancabilmente delusi: siamo a livelli di suspense piuttosto blandi. A questo punto è bene sottolinearlo, Monsters è essenzialmente una storia d’amore. Magari un po’ frettolosa, magari non del tutto genuina visto che è forzata dalle circostanze, ma sempre di storia d’amore si tratta. Dei protagonisti, meglio caratterizzato lui, fortemente stereotipata lei, la classica figlia di papà assalita dai dubbi prima del matrimonio. In questo contesto i Monsters del titolo fungono da metafora dei loro sentimenti oltre a veicolare l’ennesimo messaggio sociale sulla paura del diverso (ma quando si tratta di muri innalzati continuo a preferire il più diretto Sleep Dealer). Alieni in un mondo alieno, decisamente spaesati, cercano solo un posto dove stare e reagiscono con violenza solo di fronte ad un minaccia. Il fatto che siano stato bombardati da forze congiunte dell’esercito messicano e statunitense non deve averli resi molto ben disposti nei confronti della razza umana.
Se la spettacolarità latita, Monsters ha il suo punto di forza è nella costruzione di un contesto particolareggiato che lascia aperte innumerevoli possibilità di sfruttamento. Al di fuori della zona infetta, Edwards crea un mondo dove la paura, la distruzione e la presenza di militari fanno parte della vita di ogni giorno. Nel caos da zona di guerra, tra scheletri di carri armati che giacciono agli angoli delle strade e la fiorente tratta dei clandestini, le creature si sono fatte strade nella cultura popolare come testimoniano i manifesti sparsi per le città, i cartoni animati e le pubblicità che offrono maschere antigas agli acquirenti del prodotto. Al regista va il plauso di essere riuscito a sfruttare con intelligenza il degrado di certe zone e le bellezze dell’America centrale senza scadere in immagini da cartolina.
Monsters non è indimenticabile ma, in virtù di un’atmosfera malinconica e trasognante che si fa strada con il procedere del film e che lascia il segno, riesce ad aggiudicarsi la sufficienza.

sabato 11 settembre 2010

Trailer per il film sci-fi Nydenion

Questa produzione tedesca indipendente a budget zero si appresta a vedere la luce quest'autunno dopo una gestazione di innumerevoli anni.
Lo storia è ambientata in un futuro remoto nel quale la razza umana si è diffusa nella galassia. Con il passare dei secoli, le colonie si sono evolute in giganteschi imperi che da 75 anni combattono tra loro per la supremazia. La pace è stata dimenticata e la Terra è solo una leggenda...
Rick Walker, ex pilota di caccia, è il teutonico Han Solo della situazione che viene assunto per trasportare una donna misteriosa fino al luogo dove si svolge un segreto negoziato di pace.

Ecco un corposo trailer che scopiazza allegramente da Star Wars e strizza l'occhio a Mutant Chronicles. Ok, la performance degli attori è da barzelletta ma diamo a Nydenion una possibilità.

venerdì 10 settembre 2010

Proteggete il vostro unicorno da Dolph Lundgren... ma anche no!

Mai utilizzato il software in questione ma questi due spot pubblicitare meritano assolutamente una visione.



Vampires - Recensione

Vampires
Belgio, 2010, colore, 88 min
Regia: Vincent Lannoo
Sceneggiatura: Vincent Lannoo, Frédérique Broos Cast: Carlo Ferrante, Vera Van Dooren, Pierre Pognay, Fleur Lise Hevet, Benedicte Bantuelle, Selma Alaoui, Baptiste Sornin, Paul Ahmarani, Alexandra Kamp, Julien Dore

Non si può parlare di Vampires senza citare il mockumentary belga Man Bites Dog (da noi Il cameraman e l’assassino), datato 1992, che grazie al suo straordinario tasso d’anarchia ha assunto lo status di cult movie. In Man Bites Dog una troupe televisiva decide di realizzare un documentario su un assassino follemente eccentrico che parla senza remore della sua occupazione e, soprattutto, illustra il suo modus operandi di fronte alla telecamera. Quasi vent’anni dopo il film ispiratore, il Belgio sforna Vampires e il falso documentario si sposta dai killer psicopatici ai vampiri. Vampires non possiede la carica disturbante e non raggiunge le vette d’orrore del classico di Remy Belvaux e André Bonzel, preferendo schiacciare il piede sull’acceleratore di un umorismo cinico e malsano. Il risultato è un film fresco che non rinuncia ai momenti forti, un’intelligente satira della società belga ottimamente supportata dalla prestazione corale degli attori.

Dopo svariati tentativi (e svariati documentaristi dissanguati), una troupe televisiva riesce a farsi accettare da una bizzarra famiglia di vampiri senza rimetterci le penne e comincia a girarne un documentario sulla vita, le leggi e le abitudini.
Ci troviamo nella regione francofona del Belgio, dove la vita scorre tranquilla, i servizi sono efficienti e ognuno fa ciò che gli pare, purchè l’idilliaca facciata resti intatta. La società si è resa rapidamente conto dell’utilità sociale dei vampiri: è la stessa polizia a fornire sottobanco il nutrimento di cui hanno bisogno sotto forma di immigrati irregolari e altri derelitti. A quest’ultimi ci si riferisce semplicemente con il temine di “Carne” e trascorrono quel che rimane delle loro esistenze chiusi in un recinto in giardino in attesa di fungere da pasto. In questo contesto facciamo la conoscenza del capofamiglia Georges, della moglie Bertha e dei figli Samson e Grace. Georges e Bertha sono rispettivamente un viscido e una semi-ritardata fuori di testa mentre l’adolescente Grace mescola la passione per le bare rosa a tendenze emo, cercando di suicidarsi in continuazione nei modi più plateali (dandosi fuoco con la benzina, impiccandosi in bella vista) nonostante sia immortale. A chiudere il cerchio troviamo un’ex prostituta, una sorte di “Carne” d’elite a cui è concesso vivere in casa e far parte della famiglia, e una coppia di vampiri che vivono nello scantinato. Secondo le leggi dei vampiri, a coloro che non hanno figli , o per meglio dire una progenie, non è permesso comprare casa: lei non riesce ad evitare di uccidere i possibili candidati, lui idem con l’aggiunta di tendenze pedofile. Lo spettro del mostro pedofilo di Marcinelle non abbandona il cinema belga.
Sarà lo scavezzacollo Samson a creare i maggiori problemi infrangendo la più importante legge dei vampiri (il cui codice vige da generazioni sin dal Conte Dracula…), cioè mai fregare la donna al capo, causando l’esilio in Canada per tutta la famiglia. Il Canada non è il Belgio, l’amoralità lascia il posto a una pacifica integrazione tra umani e vampiri, e le difficoltà d’adattamento si faranno sentire.
Delle due anime che compongono Vampires, la voglia di divertire lo spettatore prevale nettamente su quella di sconcertarlo. Se si esclude qualche sporadico bagno di sangue ripreso utilizzando la visuale notturna, persino i rituali di banchetto sono carichi di macabra ironia.
Superbo lo script, non privo di riferimenti ai classici del cinema e della letteratura del genere ma assolutamente privo di punti morti. Vedere il leader della comunità di vampiri visibilmente in imbarazzo nel farsi intervistare da chi considera il suo pranzo non ha prezzo.

giovedì 9 settembre 2010

Jan Švankmajer ritorna con Prezít svuj zivot (teorie a praxe)

A cinque anni di distanza da Sílení, il geniale regista ceco è pronto ad approdare al Festival del cinema di Venezia con Prezít svuj zivot (teorie a praxe).

Sinossi:
Eugene (Václav Helsus) conduce una doppia vita: sposato con Milada, la notte sogna Evgenia (Klára Issová). Cercando di perpetuare la sua vita onirica, si reca da uno psicoanalista, che cerca di fornire un'interpretazione alle sue esperienze. Sulla partete i ritratti di Freud e Jung si animano e alternativamente applaudono, disapprovano e contestano le sue interpretazioni.

lunedì 6 settembre 2010

L'angolo dell'inutilità

Reduce dal mio piccolo viaggio in terra germanica nel quale ho potuto gustare alcune succose anteprime al Fantasy Filmfest di Colonia e scolarmi litri di ottima Kölsch, inauguro questo inutile angolo in attesa di riorganizzare le idee. Tralasciando in larga parte pervertiti vari e gente che cerca sottotitoli di film ancora in post-produzione, vediamo grazie a quali particolari chiavi di ricerca San Google ha indirizzato gli internauti su Freezone.

Partiamo in casa con udo kier commenti freezone. Udo Kier commenta più o meno regolarmente su queste pagine ma mai mi sarai aspettato che il suo narcisismo raggiungesse il livello di cercarsi da solo. In molti provano con forum film fantascienza freezone. Che dire ragazzi, chi mi conosce sa che sono affetto da bradipismo acuto e, nonostante abbia già preso la decisione di aprire un forum e di evolvermi a sito web, di tempo ne passerà.
Sunshine continua a destare un certa curiosità con film sunshine messaggi subliminali/subliminali film sunshine. La mia unica curiosità è perché venga permesso ad Alex Garland di scrivere ancora sceneggiature…
la nuova genesi denzel occhiali/di che marca sono i gli occhiali del film codici genesi sono la dimostrazione che persino nel mondo post-apocalittico essere cool sia un imperativo.
La maggior parte delle volte, anche nei casi meno semplici, riesco a trovare un’attinenza delle keyword con il blog ma il sergente nella neve messaggio veicolato sfugge alla mia comprensione. Le vie di Google sono infinite.
film fantascienza in cui si perdono nello spazio è molto vago e la lista potrebbe essere parecchio lunga ma tiro a indovinare: Lost in Space.
mutant chronicles film or movie recensione per essere sicuro di trovare ciò che cerca ci prova in più lingue, h.r. giger shane acker potrebbe rivelarsi un esperimento interessante ma, temo, di difficile attuazione, puritana e masochista dovrebbe riferirsi a Videodrome ma dubito fortemente che si stesse cercando il film di Cronenberg mentre di un film cyberpunk post apocalittico distopia non oso immaginare cosa ne verrebbe fuori, forse Neil Marshall potrebbe essere interessato.
Innumerevoli bobbi eben amatoriale video/bobby eben mi hanno lasciato perplesso fino a quando non ho cercato su Google scoprendo l’arcano. Cercate se volete farvi quattro risate. In questa occasione ho anche scoperto chi sia Bobbi Eden.
Un nostalgico degli anni 80 e/o fan di John Hughes approda tra noi con pretty in pink sottotitoli italiano mentre un altro tipo di fan subisce il fascino fiammingo con linkeroever eline kuppens bona. Anche julia dietze divisa ss riscuote gradimento.
film post apocalittico tutto gira intorno a un gioco con teschi cani è scritto esattamente come l’ho scritto io, wow.
dio stanco delle stronzate legion/legion dio stanco stronzate rendono bene l’idea di quale sia l’unica cosa che si ricordi di questo film vergognoso e a legion frasi stronzate rispondo: tutte le battute dall’inizio alla fine.
A film horror ambientato in una nave controllata da robot, film fantascienza pianeta bracciali robot sega e soprattutto fangio prete protagonista film schiave consiglio di fare un giro su FilmBrutti augurando ogni fortuna per queste imprescindibili ricerche.
Se Pandorum desta strane perplessità sulle creature che lo popolano, si veda pandorum gli alieni sono allucinazioni?/chi sono i mostri nell film pandorum, la curiosità morbosa la fa invece da padrone con trailer film horror che ha provocato 5 infarti in america 2010.
Chi cercava messia immagini è capitato decisamente nel posto sbagliato, così come winona ryder chirurgia estetica.
Chi può aiuti lo sgrammaticato giochi di american gladietors da giocare da solo sul coputer. Da giocare rigorosamente da soli, mi raccomando.
jack kerouac come usava la macchina da scrivere, non so come la usasse ma sono relativamente certo che quello della carta igienica fosse un altro, se è questo che intendi.
"8th wonderland" perchè non è uscito in italia si chiede questo utente. La risposta è sempre la stessa, perché lo vedrebbero in quattro gatti e non incasserebbe. Trattandosi poi di un film indipendente e, pare, non molto riuscito è già un miracolo sia stato distribuito in Francia.
nazisti sulla luna+ratzinger è meravigliosa. Purtroppo Ratzinger dobbiamo sorbircelo qui sulla Terra però chiunque tu sia se ripassi da queste parti lascia un commento, potremmo diventare amici.
La guida prete guerriero che io sappia non si trova più in libreria ma bisogna fare richiesta scritta direttamente al Vaticano o essere iscritti all’Opus Dei.
Il mai dimenticato L’implacabile tiene banco in numerose ricerche sia per quanto riguarda il binomio Schwarzy-motosega, schwarzenegger film motosega/schwarzenegger con motosega?/schwarzenegger tritura con motosega, che per le doti del nostro eroe, schwarzenegger pacco tutina, senza dimenticare i personaggi secondari, professor sottozero fan club. canzoni di protesta contro Schwarzenegger rappresenta la frangia del dissenso.
comandare una persona con i nanex mi inquieta non poco, sono palestratissimo ci rende tutti felici per te mentre a sfaccettatura gemme forse hanno venduto una patacca.
C’è chi pensa che Google sia un’autorità superiore e fornisca tutte le risposte: che cosa vuole la gente in un film d'azione che ancora non ha visto al cinema. Io devo ancora capire la domanda.
Concludo con il quartetto finale:
film azione "parti basse" non lascia dubbi sul tipo d’azione che interessa.
è vero che androidi sognano pecore elettriche? No sognano drive-in e Re del Popcorn (chi capisce questa ha la mia stima).
tutti gli attori di colore americani: tutti, ma proprio tutti eh!
vin diesel apatico: dev’essere un effetto collaterale degli anabolizzanti comunque anche questa è meravigliosa.

Per ora è tutto, l’angolo dell’inutilità tornerà. Non tanto presto, però tornerà.

domenica 5 settembre 2010

Splice - Recensione

Splice
Canada/Francia/USA, 2009, colore, 104 min
Regia: Vincenzo Natali
Sceneggiatura: Vincenzo Natali, Antoinette Terry Bryant, Doug Taylor
Cast: Adrien Brody, Sarah Polley, Delphine Chanéac, David Hewlett, Brandon McGibbon

Clive (Adrien Brody) ed Elsa (Sarah Polley) sono giovani e ambiziosi scienziati che lavorano presso una multinazionale farmaceutica. La loro ricerca è finalizzata alla creazione di un organismo, dato dalla combinazione del DNA di diverse specie animali, dal quale poter estrarre proteine da utilizzare per il trattamento di importanti patologie umane di origine genetica. Insofferenti alle logiche di mercato, formano una coppia affiatata dal punto di vista professionale e, almeno apparentemente, personale, con lei dominante che nasconde il proprio passato (e non sarà l’unico particolare che ometterà nel corso della vicenda) e lui dipendente, piuttosto opaco, moraleggiante e perennemente spaesato. Guidati da uno sfrenato narcisismo si avventurano in segreto allo stadio successivo aggiungendo al DNA animale quello umano. Elsa in questo modo contribuisce alla creazione di una forma di vita, evento che evita di affrontare nella propria vita e nella relazione di coppia come conseguenza del rapporto negativo, carente di cure ed empatia, con la propria madre. Tuttavia non si sottrae al suo ruolo di arbitro e fattrice dando vita ad una creatura e sentendo ben presto, data la rapidità di crescita dell’ibrido e il raggiungimento di sembianze maggiormente antropomorfe, il bisogno di umanizzarla. Ben presto Dren (così viene rinominata) diviene una fascinosa creatura di sesso femminile, dotata di intelligenza ed emozioni anche se priva dell’ uso della parola e con zampe al posto delle gambe. Inutile dire che i nostri eroi, valicati i limiti della scienza e della morale, diverranno vittime della loro stessa ambizione.
Parte bene questo Splice, con una prima parte molto cronenberghiana nel suo stile glaciale e clinico, mentre veniamo catapultati nell’opera di creazione dei due scienziati che danno vita ai primi ibridi: due specie di bozzoli ambulanti chiamati Ginger e Fred. D’altronde Natali ha sempre dato prova di trovarsi a suo agio con ambienti asettici a partire da Cube per poi ripetersi con Cypher. Sfortunatamente Splice perde colpi minuto dopo minuto, scivolando sempre più verso il basso fino a toccare il fondo nell’imbarazzante parte finale. La parte centrale porta a pretesto la crescita di Dren per rendere partecipe il pubblico del meglio delle problematiche affrontate in psicoanalisi: mancato rapporto empatico con la figura materna, desiderio di maternità, complesso edipico, pulsioni adolescenziali, incesto. Le modalità di relazionarsi dei due novelli “genitori” con la creatura rispecchiano le difficoltà di adattamento al nuovo ruolo e sono espressione dei loro conflitti irrisolti. Peccato che tutto sia all’insegna della prevedibilità e la svolta incestuosa/zoofila di Clive sia assolutamente artificiosa. Inoltre sorge anche qualche dubbio sulla preparazione professionale dei due scienziati: possibile che due brillanti menti, due superstar della genetica che maneggiano DNA anfibio non abbiamo mai sentito parlare di ermafroditismo? La terza parte si abbandona alle convenzioni dell’horror trasformandosi in un monster-movie senza tensione con occasionali morti fuori campo. Alla fine la logica di mercato prevale, i brevetti fioccheranno negli anni a venire e la possibilità di analizzare un possibile “prossimo stadio” potrebbe recare in sé enormi possibilità ma ben più terrorizzante è la frase finale: “Cosa può succedere di peggio?”. Che ci sia un sequel. Eventualità molto remota visti i deludenti incassi ma non si può mai dire…
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